A RITROSO DI JORIS-KARL HUYSMANS, riassunto capitoli

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_Lind@_
view post Posted on 29/12/2009, 13:42




ECCO IL RIASSUNTO DI "A RITROSO di Joris-Karl Huysmans"

CAPITOLO I
Dopo DUE MESI Des Esseintes si godeva la sua casa a Fontenay, ma vari acquisti lo costringevano a girare per Parigi.
Era diventato esperto dei colori.
(PRIMA) Si era creato un salottino in cui accogliere le donne, piena di specchi, dove tra i mobili del Giappone e le sete preziose delle tende le carni si colorivano dolcemente.
Al soffitto aveva appeso una gabbia con un grillo prigioniero come nel castello di LOURPS che gli ricordasse l’infanzia che disprezzava; quando ascoltava quel grido, che gli ricordava la madre e l’abbandono dolorante, e si levava dentro di lui un tumulto, una tristezza, una rabbia violenta repressa, un forte desiderio di esaudire le sue voglie carnali. In autunno agitava la gabbia e ipnotizzato la guardava finchè non gli sembrasse ferma mentre tutta la stanza girava.
In tutta la casa c’erano mobili strani, tinte allegre o fosche. Aveva fatto preparare una sala per i suoi fornitori in cui dall’alto di una cattedra magistrale spiegava ai suoi calzolai e sarti in stalli di chiesa,l’eleganza del taglio a cui dovevano assolutamente attenersi.
Si acquistò la fama di eccentrico, vestiva in velluto bianco, panciotti ricamati d’oro.
La sala da pranzo era tappezzata di nero, tovaglia nera, piccola orchestra suonava marce funebri, e serve nere nude servivano in piatti orlati di nero cibi esotici,ricercati preziosi.
ORA invece disprezzava queste cose, e nella sua nuova casa scelse a lungo i colori e le sfumature. Voleva colori che si affermassero con la luce delle lampade, gioiva nel vedere che la sua casa era l’unica luce nel buio totale.
La scelta dei colori era ardua, turchino verde,rosa non andavano bene perché si oscuravano, o erano troppo femminili, il suo preferito era l’arancione, affermando la sua teoria che esisteva armonia tra la natura sensuale dell’artista e il colore che gli sembra più vivo.( l’occhio di chi sogna ideali tende al turchino e ai suoi derivati, i violenti invece amano le tinte forti del giallo, i nervosi invece amano l’irritante arancione)
Decise di rivestire le sue pareti con pelle del Capo lucidata, dipinse i bordi di indaco scuro, e un occhio arancione al centro. Con disegni e quadri ornò gli spazi vuoti, coprì il pavimento con pelli di bestie, le finestre erano vestite da tende antiche, due ostensori sul camino, 3 Miniature.

CAPITOLO II
Des Esseintes trattenne solo la coppia di domestici che si era occupata di sua madre, il marito ebbe il compito di pulire e procurare le provvigioni mentre la moglie cucinava. Fece indossare loro pantofole di feltro e fece coprire il pavimento superiore con alti tappeti per non sentire i passi. Fece vestire la donna in modo che la sua ombra, quando passava per andare a prendere la legna, sembrasse un chiostro ( in un quartiere morto) Stabilì l’ora dei pasti che venivano scelti all’inizio di ogni stagione.
La sala da pranzo sembrava una cabina di una nave, con una finestra a forma di oblò i cui vetri avevano in mezzo uno strato d’acqua che veniva cambiata attraverso un sistema di condutture e sostituita con acqua con essenze colorate che cambiavano l’atmosfera della stanza. E così si immaginava di viaggiare su un piroscafo verso posti esotici, senza muoversi si procurava le sensazioni di un viaggio, sostenendo che la fantasia poteva supplire alla volgarità dei fatti. Tutte le invenzioni possono essere ricreate anche dall’intelletto, anche la donna, che l’uomo ha riprodotto nelle locomotive ( Crampton e Engerth). La sua casa era vicina alla stazione, ma era isolata dal villaggio che a mala pena conosceva, guardava i boschi di Verrieres. Guardava nell’oscurità le colline e la pianura che sembravano rivestite di cipria, con gli alberi illuminati dalla luna. Non era mai passato per Fontenay perché non offriva una vegetazione commovente e perché era abitato da borghesi che odiava. Negli ultimi periodi a Parigi era così nervoso che la vista di un oggetto spiacevole gli rimaneva stampata in mente per diversi giorni. Soffriva la vista di certe fisionomie che gli facevano capire che sotto c’era un odio per l’arte e la letteratura, odiava le nuove generazioni che urlavano al ristorante ed erano cafoni.

CAPITOLO III
Una parte degli scaffali della sua stanza da lavoro arancione e turchina era occupata da opere latine. La lingua latina non lo incitava affatto, era spianata senza colori ,priva di curiosità. Virgilio era un burlone che aveva plagiato diversi altri poeti, gli esametri erano vuoti. E così per Ovidio,TiTo Livio, Svetonio, Marziale.. Si interessava di Lucano perché più espressivo, e amava Petronio, osservatore perspicace della Roma in cui viveva. Analizzava tutta la città scrivendo con un linguaggio fresco, derivato dalle varie lingue che si parlavano li. Trovava alcune analogie coi pochi romanzi francesi che gli piacevano. Aveva poi autori del primo secolo dell’era cristiana; Apuleio con la sua Metamorfosi dal carattere esotico nuovo, era forte in teologia ma le dispute sulla Chiesa non lo toccavano perciò non apriva più le opere di Tertulliano dallo stile ricercato. Sosteneva che la letteratura cristiana avesse dato nuovi significati alle parole, rendendole più astratte. La sua collezione comprendeva autori del II , del III e del IV secolo dove Claudiano era il suo preferito e scritti di diversi santi fino ad arrivare ad Agostino nel V secolo di cui era stufo dopo gli studi di teologia, preferiva Prudenzio l’inventore del poema allegorico. Dopo la crisi del latino con le invasioni dei barbari aveva sporadiche opere della ripresa, soprattutto vite di santi, e opere anglosassoni di Alcuino, Eginardo e altri. Opere di botanica e medicina medievale, ma Des Esseintes disprezzava questi scritti sostenendo che ormai la fabbrica di versi era stata distrutta, aveva poi diverse opere sparse.

CAPITOLO IV
Un pomeriggio avevano suonato alla porta, i domestici erano intimoriti perché nessuno mai aveva fatto visita a Des Esseintes, ma quest’ultimo aspettava un fornitore e fece aprire la porta. Portava una tartaruga che depositò sul pavimento della sala da pranzo.
Un giorno mentre guardava il tappeto orientale giallo e viola, aveva pensato che occorresse qualcosa che si muovesse per accendere quei toni. Aveva comprato la tartaruga, ma i toni terra di Siena del guscio non davano quell’effetto, sporcava i riflessi argentei della trama, decise di far dorare la corazza della tartaruga. Quando la riportò a casa, brillava come un sole, ma Des Esseintes decise che sarebbe stato ancora meglio se fosse stata ricoperta di pietre rare.
Scelse così una trama floreale giapponese, ma la scelta delle pietre fu un gran dilemma, c’erano quelle troppo comuni, troppo da borghesi, da poveri. Le foglie vennero fatte con crisoberilli verde asparago,peridoti verde porro e olivine, i rami in almandina e uvarovite di rosso violaceo, mentre i fiori di cenere azzurra, turchesi occidentali , cimofani, occhi di gatto di Ceylon e cimofani. Il bordo del guscio venne ricoperto di rosso,acqua marina, verde e rubino. La tartaruga era perfetta. Era felice , ma la tartaruga restava immobile, nevicava, c’era silenzio, andò ad aprire un armadio che conteneva moltissime bottiglie di alcolici che con un marchingegno riempivano nello stesso momento i bicchierini che avevano sotto. Egli associava uno strumento ad ogni sapore, in modo che quando li bevevo sentiva si immaginava un’orchestra che suonava una maestosa sinfonia. Quella sera bevve solo whisky e seduto sulla poltrona ricordò quando 3 anni prima aveva avuto un mal di denti così forte che si era recato da un dentista qualsiasi che gli aveva strappato il dente già otturato e ricordava il dolore e poi la gioia dopo l’operazione. Dopo questo ricordo tornò a guardare la tartaruga, non si muoveva, la palpò..era morta.

CAPITOLO V
Più si voleva sottrarre all’epoca di squallidi individui più evitava di avere quadri che rappresentassero gli uomini, aveva cominciato poi a volere opere suggestive che richiamassero antichi sogni.. Aveva così scelto la Salomè di Gustavo Moreau.
www.blastmilk.com/decollete/gallery...me-moreau02.php
Rappresentava un trono regale con colonne enormi in stile romantico ricoperto di mosaici e mattonelle in cui era seduto Erode, con un viso molto devastato dall’età. Bruciavano incensi. Salomè danzava sulle punte sulle note di una chitarra, quasi per risvegliare i senti del tetrarca. Era vestita con un tessuto di perle, argento e oro, braccialetti, cinture e anelli splendenti, con la pelle rosa opaca. Erodiade era concentrata a guardarla in un angolo. Il personaggio di Salomè non era descritto in alcun vangelo come una ragazza depravata, ma era stata ripresa da diversi pittori con quella caratteristica, Moreau l’aveva dipinta come se fosse la dea della Lussuria, della Bellezza, ma anche una bestia assassina, era stato però fuori dei secoli, senza precisare origini né paese né epoche, in mano recava il fiore sacro egiziano Il Loto, che poteva avere un significato fallico, oppure allegorico alla fertilità. Altro quadro di Moreau era l’Apparizione.http://www.blastmilk.com/decollete/gallery/salome/salome-moreau03.php
In questo quadro era compiuto l’assassinio, la testa di San Giovanni Battista si elevava dal piatto, livida, circondata da un’aureola. Salomè respinge l’immagine, è quasi nuda perché le sono caduti i vestiti mentre danzava, non è più dea, ma una donna crudele e padrona della sua volontà. Per Des Esseintes, era un quadro che brillava favolosamente, ammirava Moreau perché non apparteneva ad una corrente, era un artista singolo che aveva riunito leggende d’Oriente e d’Occidente.
La sua casa era così strutturata:toeletta, stanza da letto, biblioteca , sala da pranzo nel lato verso la valle di Aunay e dal lato verso Chatillon, servizi, salottino, vestibolo, cucina. Il salottino era rosso vivo con opere di jan Luyken che sudavano sangue e orrore, il vestibolo era di cedro con opere di Bresdina piene di topi e scheletri. Aveva inoltre i Proverbi di Goya e altre opere di Redon. C’erano secondo lui solo 2 modi per arredare una stanza da letto o renderla un’eccitante alcova o un luogo di solitudine e riposo. Nel primo caso andava lo stile Luigi XV laccato, nel secondo caso invece decise di creare con oggetti gioiosi un ambiente triste, decise di arredarla come se fosse una cella di un monastero con tappezzerie bianca, piccolo letto. Si sentiva un eremita, che dalla vita non si aspettava più niente e si isolava. Simpatizzava per i monaci che cercavano di espiare una società vergognosa nell’isolamento.

CAPITOLO VI
Su una poltrona cominciò a fantasticare e poi a ricordare episodi della sua vita monastica, quando aveva sostenuta l’idea del suo compagno D’Aigurande che si voleva sposare solo perché sapeva che la futura moglie voleva andare ad abitare in una delle nuove case rotonde e che loro non erano ricchissimi, e una volta stufi di quella casa sarebbero andati in rovina perché avrebbero dovuto vendere tutti i mobili rotondi. Poi ricordò un ragazzo che aveva incontrato alcuni anni prima di nome Augusto Langlois di 16 anni che aveva portato da madama Laura e dalle sue ragazze per iniziarlo al sesso in modo che gli sarebbe così piaciuto che non ne avrebbe potuto farne a meno e data la sua povera condizione avrebbe cominciato a rubare pur di continuare a goderne, ma di questo Des Esseintes non ne era più venuto a sapere. Ragionava ritenendo che il dolore fosse un effetto dell’educazione perché si allarga o affievolisce in base alle idee, e più ci si ingegna a raffinare l’intelletto dei poveri diavoli più nasceranno in loro odio e sofferenza.
Alle 3 del mattino si accese una sigaretta e continuò a leggere.


CAPITOLO VII
Dopo quella notte cominciò a rivivere la sua esistenza. Viveva di se stesso, in piena solitudine, che aveva agito come narcotico sul cervello. Le letture e le meditazioni artistiche accumulate erano state rovesciate e il passato riaffiorava. Ricordava il tempo delle serate in società, delle partite a carte, degli amori su ordine. Poi la memoria si rituffò nelle opere latine, poi nell’epoca in cui era dai Padri. La sua testa si riempì di grida gioiose, risa ricordava il metodo paterno di non ricorrere ai castighi ma di stimolare le intelligenze degli allievi per avviarle in una direzione, e ricordava il suo carattere ribelle che si era opposto a quel modello d’insegnamento. Il suo scetticismo era aumentato, era molto indipendente. Da qualche giorno si trovava in uno stato d’animo strano, credeva di volgersi alla religione d’istinto, ma sapeva che non sarebbe mai stato abbastanza umile per essere un cristiano, non provava bisogno di mortificare e pregare. In mezzo alla solitudine tornavano i pensieri interrogativi di Parigi e la lettura dei latini aveva peggiorato. Pensava che l’antico lievito messo dai Padri stesse fermentando. Si era avvicinato alla Chiesa perché aveva salvato l’arte, aveva infatti anche acquistato alcuni ninnoli. Era preoccupato che il suo gusto per il meraviglioso derivasse da uno spirito silenzioso, ma si confortava che la conversione non poteva venire così all’improvviso.
Si calmò ma il ricordo dei luoghi dei gesuiti lo ossessionavano, ricordò le diverse eresie e scismi , vide il panorama ampio della Chiesa, desolata, che annunciava all’uomo l’orrore della vita, certo anche lui lo riconosceva, ma ammirava di più Schopenauer che diceva che non c’erano rimedi non c’era la Provvidenza divina, non pretendeva una soluzione. Fin da giovane era stato torturato da inesplicabili ripugnanze che gli facevano venire fremiti agghiaccianti, come la vista della biancheria bagnata che veniva strizzata, e il suo cervello venne continuamente debilitato dalla nevrosi crescente. A Parigi subiva idroterapie per curare mal di testa e dolori. Si erano placati con la vita più calma che viveva. Smise di bere, fumare e per distrarsi decise di arredare la casa con fiori di serra.

Edited by _Lind@_ - 3/11/2010, 21:55

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Libri
 
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3 replies since 29/12/2009, 13:42
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bayron
icon1  view post Posted on 11/2/2011, 21:16




grazie! molto utile! :P
 
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Dia1
view post Posted on 22/9/2014, 01:14




Merci beaucoup!!!!
 
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Sleerlire
view post Posted on 17/11/2016, 06:37




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