CAvalcanti, Guinizzelli

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_Lind@_
view post Posted on 22/2/2010, 15:55 by: _Lind@_




Perch'i' no spero di tornar giammai

Questa componimento, rispetto alle altre opere di cavalcanti, segna un mutamento di registro, toni più dolenti e malinconici rispetto, a quelli tragici. È un colloquio pacato e confidenziale. La vera sofferenza sembra essere causata dalla lontananza.
Rivolgersi direttamente alla ballata come tramite tra la donna e il poeta, è un fatto originale. Questo fittizio colloquio con il proprio componimento, unica presenza nel deserto della solitudine, conferisce soavità alla comunicazione con la muta ballata a cui viene affidato il dolore.
Vengono riproposti tutti i temi del canzoniere cavalcantiano: servizio d’amore ( qui, alla ballata), lode alla donna, adorazione di lei, gentil natura, distruzione dell’equilibrio psico-fisico ( sospire, dolore, sbigottimento).


Voi che per li occhi mi passaste 'l core


Voi che per li occhi mi passaste 'l core
e destaste la mente che dormia,
guardate a l'angosciosa vita mia,
che sospirando la distrugge Amore.

È vèn tagliando di sì gran valore,
ch è deboletti spiriti van via:
riman figura sol en segnoria
e voce alquanta, che parla dolore.
Questa vertù d'amor che m'ha disfatto
da' vostr'occhi gentil'presta si mosse:
un dardo mi gittò dentro dal fianco.

Sì giunse ritto 'l colpo al primo tratto
che l'anima tremando si riscosse
veggendo morto 'l cor nel lato manco



Voi che mi trapassaste il cuore attraverso i miei occhi, e svegliaste la mente che dormiva, guardate la mia vita angosciosa che Amore la distrugge sospirando. Egli avanza tagliano con così tanta forza che manda via gli spiriti deboli ( facoltà) e gli rimane in potere solo l’aspetto esteriore e poca voce che parla di dolore. Questa forza dell’amore che mi ha distrutto, si mosse veloce dal vostro sguardo gentile: mi scagliò una freccia nel fianco. Così preciso giunse il colpo al primo lancio che l’anima si riscosse tremando, vedendo il cuore morto nel lato sinistro.

Organi e facoltà dell’io compaiono personificati. È una vicenda psicologica che viene trasformata in un’azione scenica molto drammatica, ma anche astratta perché il lettore comprende che la deve intendere metaforicamente, attraverso l’uso di un lessico tecnico metafore e personificazione

Io voglio del ver la mia donna laudare


Io voglio del ver la mia donna laudare
ed assemblarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare,
e ciò ch' è lassù bello a lei somiglio.

Verde river' a lei rasembro e l'âre
tutti color di fior', giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.

Passa per via adorna, e sì gentile
ch' abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa 'l de nostra fé se non la crede;

e no-lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c'ha maggior virtute:
null'om pò mal pensar fin che la vede.

Io voglio lodare la mia donna secondo la verità, e paragonarla alla rosa e al giglio. Sembra slendere più della stella Venere e la paragono a ciò che lassù c’è di più bello. Rassomiglio a lei la verde campagna e l’aria, a tutti i colori dei fiori: giallo e rosso, oro e azzurro, e a pietre preziose da donare: anche Amore si perfeziona grazie a lei. Quando passa per la strada adorna di bellezza, è così gentile che abbassa l’orgoglio di chi saluta e lo converte alla nostra fede se non è credente; e non le si può avvicinare un uomo vile, e vi dirò ancora che ha una virtù più grande: nessun uomo può pensare male quando la vede.

La prima parte, quella delle quartine è centrata sul paragone della donna agli elementi naturali, riprendendo il blazer provenzale, ma soprattutto ispirandosi al Cantico dei Cantici. Per prospettare in forma simbolica l’apparizione della donna dagli elementi naturali alle stelle del cielo. Nelle terzine invece vengono elencati gli effetti miracolosi della donna su tutte le persone che incontra, non è detto se lei ricambi l’amore del poeta. Funzione simile alla donna angelo de Al cor gentil.

Edited by _Lind@_ - 3/11/2010, 21:52
 
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