Il Principe di Macchiavelli

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_Lind@_
view post Posted on 4/2/2011, 21:28




IL PRINCIPE
Opera rivoluzionaria nel panorama della teoria politica, scopo pratico non limitato a quello personale per ottenere incarichi presso i Medici. Egli si rivolge a loro per dare strumenti d’azione per avviare un processo di formazione di un potere accentrato, per risolvere la situazione italiana di guerre e invasioni straniere.
Lucida , spregiudicata teoria con razionalità, rigore scientifico, per un’utopistica esortazione alla libertà dell’Italia. Prima parte di conoscenze storiche, seconda di riflessioni personali.
Macchiavelli per affrontare questa situazione propone una radicale rifondazione teorica della politica con modelli di comportamento e d’azione universali.

Egli è ben consapevole della novità della sua opera e per questo dice che quelli che lo hanno preceduto hanno in realtà parlato solo di ideali. La sua teoria politica si basa sulla verità effettuale; sulla sua diretta esperienza come acuto osservatore dei contemporanei che attraverso l’esperienza accumulatasi con secoli di storia, da buon umanista infatti egli ama studiare gli antichi per trarne lezioni per il presente.
Affinchè la storia sia maestra occorre credere che le situazioni storiche siano comparabili e i comportamenti corretti possano essere riprodotti, la teoria di M. si fonda su queste costanti fondamentali. Una di queste è che la natura umana è immutabile e malvagia, le circostanze potranno anche cambiare ma l’uomo sarà cattivo per sempre, e fondandosi su questo si può così trovare un modello di comportamento. Questa convinzione è stata definita naturalismo, contrapposto al fideismo e ad uno storicismo radicale.( alcuni studiosi lo avvicinano agli scienziati).

Questo suo pragmatismo ha come ulteriore conseguenza un altro cardine fondamentale: politica e morale sono due ambiti distinti, e il principe nel suo agire politico non deve farsi scrupolo di violare le leggi della morale. Egli deve essere consapevole che spesso se ci si adegua alla morale si va in rovina. Spesso un’azione contro la morale può evitare una rovina peggiore dopo. La politica ha una sua moralità specifica, diversa da quella comune, è la NECESSITà la giustificazione a questo comportamento, il fine giustifica i mezzi.

Macchiavelli dimostra che spesso i valori classici cristiani di bontà, religiosità, lealtà liberalità e mitezza spesso sono dannosi per lo stato. Il principe deve essere astuto e sleale e non curarsi delle azioni malvagie se sono necessarie. Deve apparire il contrario, e se non riesce a simulare quello che fa, non deve curarsi dell’opinione pubblica ( a meno che sia dannosa), ma meglio apparire malvagio che perdere il potere. Meglio essere temuto che amato.

Con questa natura malvagia dell’uomo, M. capovolge l’idea umanistica di uomo, ovvero il saggio che riesce a unire etica e politica. Egli non rinuncia all’ideale di virtù , con cui l’uomo riesce a organizzare un solido stato.
Il naturalismo di M. suggerisce che ogni uomo abbia tratti di carattere che non può cambiare, le situazioni in cui ci si trova che M. chiama Fortuna, sono mutevoli, e se sono affini al carattere portano al successo , altrimenti alla rovina. M. preferisce un atteggiamento impetuoso, che affronta tutto di petto, perché la fortuna è femmina, per questo si intravede un principiò di vitalismo, e spinta ad agire che sembra non voler ammettere che la virtù possa essere sconfitta.

Per molti con Il Principe si ha l’inizio della scienza politica, fondata sulla verità effettuale, conoscenze sperimentate e sul tentativo di individuare costanti ( rispettivamente realismo, empirismo e naturalismo).
M . rigetta l’etica cristiana come metro di giudizio della politica, propone un’etica laica fondata sull’utile come laica è anche la concezione della storia e dell’agire umano, che attribuisce all’uomo una responsabilità terribile, successo o insuccesso. M. esaspera la prospettiva individualistica, l’uomo ha perso ogni idealità è crudelmente impegnato nel suo mondo.

Il Principe è un’opera argomentativa, dalla struttura ordinata e razionale. Con linguaggio sobrio e chiaro egli distingue i vari tipi di principato e i possibili comportamenti del principe. Procedimento “dilemmatico”; che propone sempre due alternative. È sintetico nel raccontare i suoi ideali fondamentali, ricorre ad enunciati apodittici, cioè a verità che ritiene evidente e condivise. Riassume le tesi come massime universali ( perentorietà). Razionalità nitidezza della costruzione e del ragionamento, con torsioni del linguaggio pieno di simboli . Usati come strategie per l’argomentazione e caratteristiche dell’autore, dalla voglia di comunicare verità indiscutibili, in modo impetuoso, proprio come il modello che preferisce.


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